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Martin Rainer

Artista

Martin Rainer è nato nel 1923 all’Örlerhof in Val Senales. Iniziò a intagliare figure in legno da bambino mentre si prendeva cura del gregge di suo padre, e per tutta la vita le sue opere si ispirarono a questo mondo pastorale arcaico caratterizzato da una profonda religiosità.

Dopo il suo ritorno in patria alla fine della seconda guerra mondiale e dopo un periodo di prigionia in un campo americano vicino a Napoli, continuò a realizzare sculture in legno, con le quali vinse addirittura il primo premio in una gara di prigionia. Dopo aver vinto il concorso , ha continuato il suo lavoro nel magazzino d’arte.

Nel 1947 frequenta la scuola d’arte della Val Gardena e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Monaco. Negli anni ’60 la sua fattoria natale e altre aziende agricole furono demolite per far posto al bacino idrico di Vernago. Nel 1964, dopo il matrimonio, si trasferì con la famiglia a Bressanone, dove rimase attivo fino alla sua morte nel 2012.

Iniziò così a realizzare piccole sculture e ritratti su commissione, compresi quelli dei suoi sette figli. Nel corso della sua lunghissima carriera artistica si cimentò con il legno, la terracotta e il bronzo, realizzando statue, medaglie, bassorilievi, lasciandoci innumerevoli capolavori che arricchiscono numerose collezioni private oltre che opere pubbliche in tutta la provincia di Bolzano.

Un filo conduttore, forse non sempre evidente, collega le sue opere alle esperienze giovanili: penso alle figure che animano i suoi presepi, ricchi di piccoli dettagli e che, seppure influenzati dall’esperienza accademica, conservano le radici della sua valle natale. Queste innumerevoli figure e situazioni ricordano in forma tridimensionale alcuni dipinti di Hieronymus Bosch; Insomma, Martin Rainer è un narratore di prim’ordine. La sua opera più famosa è senza dubbio la monumentale Fontana della Vita sulla piazza del Duomo di Bressanone. Sulla vasca marmorea colma d’acqua, simbolo della vita, poggia un’elegante piramide elicoidale in bronzo, decorata con figure allegoriche. Un’altra fontana davanti alla chiesa parrocchiale della Val Senales mostra il buon pastore circondato dalle sue pecore, e in questo caso la cornice dell’opera è il paesaggio alpino della sua valle natale. Pecore, pastori, alpinisti, cacciatori e prede: un microcosmo, visto con profonda conoscenza e un pizzico di ironia, sono i suoi soggetti preferiti.

Martin Rainer, che tutti ricordano sempre vestito con modestia, ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti, ma tra tutti vorrei citare il Premio Walther von der Vogelweide e la cittadinanza onoraria del Comune di Senales da lui particolarmente apprezzati. Decine di biografie e cataloghi pubblicati nel corso degli anni contribuiscono a mantenere viva la memoria dell’artista e della sua opera.